Raccolta di fine lavori della Sala Compostela (Spagna)

Care amiche e cari amici,

come molti di voi già sanno, abbiamo ricevuto dal Comune il permesso di costruire la Sala Compostela.

Il blocco del permesso di costruzione della scorsa estate è stato superato, quindi siamo davvero contenti. La prossima tappa è terminare la costruzione e mettere la Sala al servizio dei pellegrini e della regione.

Stiamo già formando la squadra di costruttori e speriamo di riuscire a terminare la costruzione della Sala durante i mesi estivi (tra giugno e la fine di settembre). Allora un nuovo faro di luce inizierà a irradiare, i venti dello Spirito di Silo soffieranno con forza da questo luogo privilegiato dal quale passano decine di migliaia di pellegrini provenienti da moltissimi Paesi.

Per terminare i lavori, i bagni pubblici e le altre necessità del progetto, stiamo lanciando questa colletta con l'obiettivo di arrivare a 25.000 euro, che pensiamo saranno sufficienti a coprire queste necessità.

Il periodo della campagna economica sarà dal 1° giugno al 15 luglio.

Questa è l'ubicazione della Sala Compostela: https://goo.gl/maps/G4ijXfgX4cgv3Jt98

Video

Modalità di invio dei contributi

Non dimenticatevi di informare del vostro contributo uno di noi dell'equipe della Sala Compostela:

Ana Silva: anasilvag@gmail.com
Mabel Naya: mabel.naya@yahoo.es
Juan Espinosa: juanespinosanton@gmail.com
Oppure: salacompostela@gmail.com

Vi terremo aggiornati sui progessi della campagna economica.

Vi chiediamo di diffondere il più possibile questa campagna economica.

I nostri migliori saluti, un forte abbraccio

Equipe Sala Compostela.


Testimonianza di Giancarlo Pernett Rozo

La Sala di Compostela sulla strada per Finisterre

Scendiamo accanto a un cippo che indica la strada dei pellegrini per Finisterre, la fine del mondo. È il percorso pagano, quello antico, quello non riconosciuto dalle istituzioni cristiane.

La vegetazione abbondante e i rami intrecciati degli alberi ai lati della strada formano un arco naturale. Percorrendo questa breve curva, si sperimentano nuove sensazioni miste a un silenzio speciale e al chiaro registro di qualcosa di sacro. Vedo sul terreno del sentiero le numerose impronte recenti di pellegrini e nei miei ricordi emerge la compresenza di milioni di cercatori di senso in diversi momenti storici fin dall'antichità. A pochi metri di distanza, ai margini di questo percorso, si trova il luogo in cui si sta costruendo la Sala di meditazione.

“I pellegrini non si allontanano dal sentiero”, ho sentito dire ad Ana Silva, l'amica messaggera e una delle forze trainanti del progetto, durante la nostra visita al posto.
Con questa premessa, è stato proposto un criterio molto importante per indicare se il luogo scelto per la costruzione della Sala fosse appropriato. Non era conveniente che fosse distante dalla strada, perché il pellegrino non sarebbe entrato nella Sala.

Un altro argomento che dà certezza al luogo è che non si trova all'interno dei percorsi di pellegrinaggio approvati dalla religione cristiana, ma che invece riceve la carica di tanti esseri umani che sono andati in pellegrinaggio fin dai tempi antichi, molto prima che il cristianesimo si appropriasse dei significati di questi percorsi.

Abbiamo letto uno scritto illuminante che riproduce una conversazione del maestro Silo con altri amici al Parco Toledo, il 9 gennaio 1996:

«…In seguito, ha parlato di fenomeni attuali che provengono da tempi remoti e che hanno origine da uno sguardo verso il cielo, o verso il cosmo. Sembra che ci siano due fenomeni che sono ancora vivi oggi: uno nell'Islam e l'altro tra i cristiani.

Molto prima di Maometto esisteva il culto di una pietra, un meteorite che un giorno la gente vide cadere dal cielo. Intorno a questa pietra si svilupparono leggende e culti di ogni tipo, che diedero luogo a pellegrinaggi da diversi luoghi per andare a vederla. Maometto soppresse ogni tipo di culto pagano, mantenendo però il culto della pietra, la Kaaba, che oggi si trova alla Mecca.

Un altro esempio è il “Cammino di Santiago de Compostela”. Da tempi remoti esisteva la tradizione di andare in pellegrinaggio seguendo la Via Lattea, chiamata anche Cammino o Campo di Stelle. È questa l'origine del nome Compostela (nella mitologia, il nome Via Lattea deriva da un flusso di latte generato dalla dea Gea, madre di Zeus).

La tradizione vuole che, seguendo la Via Lattea da est a ovest, si raggiungesse la fine della terra (Finisterre) dove si trovavano conchiglie con stelle al loro interno. Le perle di alcuni molluschi allegorizzano le stelle. Sono repliche delle stelle che sorgono dal fondo del mare. Questo avviene anche nella cultura giapponese.

Il cristianesimo si appropria quindi di questo simbolo pagano, la conchiglia, e della tradizione di cui sopra, ponendo come protagonista il personaggio di Santiago (un personaggio che non è mai esistito). Nota: dopo il viaggio a Toledo, riproducendo questo discorso con altri amici, è stato riferito che attualmente la chiesa ha già riconosciuto che il sito in questione non contiene la tomba di Santiago ma un altro personaggio.

In entrambi i casi, la pietra e le perle allegorizzano elementi con determinati attributi che hanno la caratteristica di provenire da ( o essere una replica di) elementi del cielo che irrompono o si palesano sulla terra”…»

A Finisterre contemplo il mare e il suo orizzonte. Chiudo gli occhi e cerco di connettermi con i miei registri interni. Indubbiamente il luogo ha la sua carica. È il punto culminante del percorso di ogni pellegrino. Quando vi arrivano si sentono in estasi, vivono una profonda esperienza spirituale di riflessione, contemplazione e rinnovamento dopo un lungo viaggio.

I primi ad arrivarci si saranno posti molte domande, avranno provato paura e curiosità. Forse è così che sono nati miti e leggende in un'epoca segnata da credenze povere e chiuse. Per esempio, che la terra fosse piatta o che non ci fosse nulla oltre l'orizzonte.

I curiosi che erano più audaci osarono e si avventuravano ad attraversare quel confine lontano e sconosciuto. I timorosi rimasero a guardare dalle scogliere come le navi che trasportavano gli esploratori e i sognatori scomparivano in lontananza; immaginavano che fossero caduti in un abisso, che qualche creatura mostruosa li avesse inghiottiti o che il mare stesso li avesse affondati, proprio come fa il sole al tramonto. Se quegli uomini che erano partiti non tornavano, ciò che era stato immaginato prendeva forza, ma se tornavano venivano accolti come eroi perché portavano con sé anche storie di nuovi mondi, che rovesciavano vecchie credenze e ampliavano la consapevolezza.

In seguito, il luogo ha svolto un'altra funzione: quella di fare da riferimento per i navigatori stranieri e a questo scopo fu installato un faro che è stato modernizzato nel tempo. E presto, in un futuro prossimo, avremo un nuovo faro di irradiazione spirituale su questo sentiero ancestrale per dare segnali ai pellegrini, per guidarli nell'esplorazione del loro mondo interiore e per entrare in contatto con il Profondo.

Intuisco che quell'orizzonte visto da Finisterre è un'allegoria della finitudine che ha segnato un'epoca e influenzato le culture dei popoli dell'antichità, la credenza che tutto finisce con la morte. Oggi sento che dalla Sala Compostela viene mostrato un nuovo orizzonte spirituale ai cercatori di senso, perso così spesso e così spesso ritrovato nelle svolte del processo storico.

La Sala sarebbe allora un'allegoria dell'infinito, della fede nell'immortalità e nella trascendenza, di un futuro aperto e con tante possibilità.

Con tutto il mio affetto, prego per la realizzazione di questa Sala. Spero anche che gli amici che promuovono e sostengono il progetto continuino a essere accompagnati, rafforzati e ispirati per la realizzazione di questo alto scopo.

Tante grazie.

Giancarlo Pernett Rozo

5 giugno 2024, in Sala di Compostela